Cibi e sostanze obesogene
Cosa sono e come evitarli
Una ricerca recente pubblicata sulla rivista scientifica ha posto l’attenzione sugli effetti che alcune sostanze chimiche possono avere sull’aumento di peso, in relazione al significativo aumento del fenomeno dell’obesità che si è registrato negli ultimi anni a livello globale. Negli ultimi 20 anni, infatti, il consumo calorico medio è rimasto invariato, ma l’obesità è drammaticamente aumentata.
Si tratta di sostanze con cui entriamo facilmente in contatto nella nostra vita di tutti i giorni o che ingeriamo involontariamente e le cui conseguenze ci invitano a considerare quale causa dell’aumento del peso non solo lo stile di vita scorretto e la mancanza di attività fisica, ma anche l’assunzione e l’esposizione a questi cibi obesogeni o - meglio, in senso lato - “sostanze obesogene”.
Ma cosa sono le sostanze obesogene e come agiscono?
Queste sostanze sono costituite da molecole chimiche in grado di alterare la funzionalità del sistema endocrino (interferenti) contribuendo allo sviluppo di disturbi metabolici in chi ne entra in contatto e, cosa ancor più grave, nella loro progenie.
La “trasmissibilità” dipende dal fatto che queste sostanze hanno la capacità di influire sui punti di regolazione geneticamente ereditati per il controllo del peso e della composizione corporea durante i periodi critici dello sviluppo: crescita fetale, primi anni di vita e pubertà.
Anche uno studio del 2006 (Grun e Blumberg) ipotizzava che una esposizione prima della nascita, o nei primi anni di vita, a sostanze obesogene potesse determinare un accumulo di tessuto adiposo e un incremento di peso. In questo lavoro attraverso l’utilizzo di modelli animali si è dimostrato che alcuni interferenti o inquinanti ambientali favoriscono la differenziazione di cellule staminali in adipociti, aumentano il deposito di lipidi in ciascuna cellula adiposa e hanno effetti anche sullo stimolo della fame, sul senso di sazietà e sul bilancio energetico.
Ma quali sono queste sostanze obesogene?
Tra le tante sostanze oggetto di attenzione, chiamate anche interferenti endocrini, segnaliamo:
Si tratta di sostanze con cui entriamo facilmente in contatto nella nostra vita di tutti i giorni o che ingeriamo involontariamente e le cui conseguenze ci invitano a considerare quale causa dell’aumento del peso non solo lo stile di vita scorretto e la mancanza di attività fisica, ma anche l’assunzione e l’esposizione a questi cibi obesogeni o - meglio, in senso lato - “sostanze obesogene”.
Ma cosa sono le sostanze obesogene e come agiscono?
Queste sostanze sono costituite da molecole chimiche in grado di alterare la funzionalità del sistema endocrino (interferenti) contribuendo allo sviluppo di disturbi metabolici in chi ne entra in contatto e, cosa ancor più grave, nella loro progenie.
La “trasmissibilità” dipende dal fatto che queste sostanze hanno la capacità di influire sui punti di regolazione geneticamente ereditati per il controllo del peso e della composizione corporea durante i periodi critici dello sviluppo: crescita fetale, primi anni di vita e pubertà.
Anche uno studio del 2006 (Grun e Blumberg) ipotizzava che una esposizione prima della nascita, o nei primi anni di vita, a sostanze obesogene potesse determinare un accumulo di tessuto adiposo e un incremento di peso. In questo lavoro attraverso l’utilizzo di modelli animali si è dimostrato che alcuni interferenti o inquinanti ambientali favoriscono la differenziazione di cellule staminali in adipociti, aumentano il deposito di lipidi in ciascuna cellula adiposa e hanno effetti anche sullo stimolo della fame, sul senso di sazietà e sul bilancio energetico.
Ma quali sono queste sostanze obesogene?
Tra le tante sostanze oggetto di attenzione, chiamate anche interferenti endocrini, segnaliamo:
- Ftalati e Bisfenolo A: sono sostanze presenti nella plastica utilizzata per confezionare gli alimenti.
- Glutammato monosodico: utilizzato nell’industria alimentare per la preparazione di patatine, snack salati, cibi congelati e salse.
- Biossido di azoto: inquinante ambientale che proviene dalle combustioni nel settore dei trasporti, negli impianti industriali o negli inceneritori di rifiuti.
- Pesticidi: che involontariamente ingeriamo attraverso il cibo.
Un gran numero di soggetti predisposti vive oggi immerso in un contesto in cui gli interferenti endocrini abbondano e da questo dipenderebbe in parte l’attuale aumento di casi di obesità e delle malattie metaboliche associate.
In attesa delle evoluzioni legislative i cittadini possono adottare, nella vita quotidiana, comportamenti responsabili e intelligenti come quelli proposti dal decalogo del progetto dell’Istituto Superiore della Sanità “Previeni” di cui riportiamo un estratto di seguito:
- Non riutilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande usurati o “monouso”.
- Limita l’utilizzo di utensili da cottura antiaderenti se il rivestimento è usurato.
- Utilizza la carta oleata o la pellicola a contatto con gli alimenti solo secondo le indicazioni del produttore. Leggi l’etichetta!
- Durante la cottura dei cibi garantisci un’adeguata ventilazione dei locali e utilizza cappe d’aspirazione
- Limita la combustione di incenso e il fumo di candela, ed evita il fumo di sigaretta nell’ambiente dove vivi
- Sostituisci gli involucri lacerati e/o usurati degli oggetti con imbottitura in schiuma (sedili dell’auto, materassi ecc.).
- Limita l’uso di capi di abbigliamento con trattamenti opzionali idrorepellenti o antimacchia.
- Evita il consumo di alimenti con parti carbonizzate/bruciate e limita l’uso di alimenti affumicati. Elimina dai cibi le parti bruciate (anche dalla pizza).
- Nella scelta di materiale per la casa limita l’uso di PVC morbido contenente DEHP.
- Evita il ristagno della polvere negli ambienti chiusi